Quantcast

27
apr

Gli acquerelli selvatici di Andrea Ambrogio

L’esposizione si terrà il 19 e 20 maggio a FLORAVILLA 2018 nelle sale di Villa Braghieri a Castel San Giovanni.

Due sono le anime di Andrea Ambrogio. Da un lato l’anima di illustratore naturalista lo conduce con passione a camminare a lungo in mezzo alla natura per studiare e ricercare animali o piante da ritrarre, dall’altro l’anima di artista che, attraverso la sua tecnica pittorica di altissimo livello e la sua capacità di accostare e utilizzare i colori ad acqua, gli consente di creare, attraverso la rappresentazione di soggetti spesso non usuali, vere e proprie opere d’arte.

La sua figura di riferimento professionale è stata, senza alcun dubbio, il padre Armando, agronomo e autore delle tavole del libro “Alberi e arbusti d’Italia: manuale di riconoscimento.” Pubblicato da Edagricole, è ancor oggi un importante testo di consultazione per gli studenti dell’Università di Agraria di tutta Italia. Andrea ha affermato che, senza dubbio, il padre gli ha trasmesso la passione per l’illustrazione botanica ma il suo lavoro è, nel corso degli anni, cresciuto alla ricerca di una strada personale. Se infatti il padre Armando prediligeva la tempera, una tecnica più coprente, lui sceglie l’acquerello senza però mai rinnegare i consigli di tecnica pittorica e utilizzando spesso gli insegnamenti paterni per affrontare e risolvere i vari problemi che di volta in volta si presentano.

L’acquerello è un modo di dipingere con i pigmenti dei colori diluiti in acqua, un modo di dipingere che consente di dare all’immagine un risultato di trasparenza e delicatezza. Tale tecnica, considerata per eccellenza quella di coloro che dipingono all’aria aperta, consente un margine d’errore molto basso rendendo spesso difficile, se non impossibile, qualsiasi correzione. L’attività di Andrea Ambrogio non si limita alla produzione di tavole artistico naturalistiche, ha anche pubblicato, negli ultimi anni, alcuni taccuini che contengono raccolte di acquerelli accompagnati a brevi blocchi di testo esplicativi. Quelli già pubblicati riguardano il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Parco dei Cento Laghi e il Parco del Trebbia. La stampa non toglie nulla alla bellezza e alla trasparenza degli acquerelli di Andrea Ambrogio, anzi li valorizza e, senza volere, il lettore si trova, pagina dopo pagina, dentro un percorso, lo stesso fatto dall’autore per studiare e ispirarsi prima di iniziare a dipingere o scrivere.

A FLORAVILLA 2018 Andrea Ambrogio porterà una ventina di acquerelli, soggetti naturalistici di argomento locale, che saranno esposti nella sala centrale a piano terra di Villa Braghieri. Una mostra che, visto il calibro dell’artista, aggiungerà sicuramente lustro alla manifestazione. L’attività artistica di Andrea Ambrogio è sempre in evoluzione e continuerà anche dopo Floravilla 2018. Sta già studiando e disegnando per un nuovo taccuino sulla Val Tidone e sta completando le illustrazioni di un libro sulle rane italiane.

Andrea è un uomo riservato, descrive il suo lavoro con semplicità, ma si capisce che lo svolge con rigore e serietà. Quello dell’illustratore naturalistico, ha spiegato, è un lavoro complesso che si sviluppa in più fasi: inizialmente si parte per vedere e osservare, poi è il momento di studiare, soprattutto letture scientifiche e di storia naturale e, alla fine, c’è il confronto con il pubblico che forse è il momento più importante. Non c’è alcun dubbio che il lavoro per Andrea Ambrogio coincide con la vita. E uno e l’altra concorrono per fare di lui non solo un grande artista ma anche un raffinato intellettuale.

ambrogio-cincia-mora